
Addestrare l’AI con i social è un azzardo!
Elon Musk torna a far parlare di sé, e questa volta al centro del dibattito c’è l’intelligenza artificiale. Il visionario imprenditore ha dichiarato che il modulo “Meta AI” sarà addestrato osservando i comportamenti degli utenti sulle piattaforme social, in particolare Facebook e Instagram. Una scelta che solleva più di un dubbio e che fa sorgere una domanda tanto spontanea quanto inquietante: può un’intelligenza artificiale imparare qualcosa di buono dai social network, ormai pieni di odio, superficialità e disinformazione?
Addestrare l’AI con Facebook: una scelta discutibile
Facebook e Instagram, un tempo simboli di connessione e condivisione globale, oggi appaiono sempre più come contenitori di sfogo, frustrazione e conflitto digitale. Basta scorrere qualche minuto nella sezione commenti di un post qualsiasi per rendersi conto del livello medio delle conversazioni: flame, insulti, fake news, complottismi e un generale clima di tossicità.
In questo scenario, appare quantomeno azzardato voler “allenare” una tecnologia così potente e delicata come l’intelligenza artificiale basandosi su un campione comportamentale così poco rappresentativo del meglio dell’umanità.

Il rischio: un futuro condizionato da dati distorti
Se l’intelligenza artificiale – come dichiarato da Musk – sarà chiamata nei prossimi anni a prendere decisioni importanti che influenzeranno la nostra vita quotidiana, basare il suo apprendimento sui contenuti generati da utenti esasperati e algoritmi che premiano l’indignazione rischia di essere un boomerang pericoloso.
In parole povere: possiamo fidarci di un’intelligenza artificiale che impara da chi scrive in caps lock sotto i post dei politici o condivide meme complottisti?

Facebook non è il posto giusto per chi non ha coscienza
L’intelligenza artificiale ha bisogno di dati di qualità, di informazioni affidabili, di esempi virtuosi. E in questo momento Facebook è probabilmente il posto sbagliato da cui attingere.
L’assenza di un controllo serio sui contenuti e il decadimento del livello generale del dibattito lo rendono un ambiente poco sano, tanto per gli esseri umani quanto per le macchine che dovrebbero imparare da loro.
Staremo a Vedere
Staremo a vedere come si evolverà questo progetto, ma una cosa è certa: l’addestramento dell’AI deve partire da una base etica e qualitativa solida. Altrimenti, rischiamo di ritrovarci tra pochi anni con un’intelligenza artificiale potente, sì, ma istruita dalla parte peggiore del web.